Secondo il rapporto Bio Bank 2020 il mercato del biologico italiano negli ultimi dieci anni è cresciuto del +118%. Raggiungendo nel 2020 un fatturato di 6,9 miliardi di euro. Il complesso delle vendite si ripartisce in tre grandi porzioni: l’export vale 2,6 miliardi, le vendite nei supermercati 2 miliardi e tutti gli altri canali (negozi bio, altri negozi, e-commerce, vendita diretta) 2,3 miliardi di euro.
L’interesse da parte dei consumatori è evidente, gli italiani mettono sempre più “salute” nel carrello. Nel 2020 infatti il 54% dei consumatori ha cambiato le proprie abitudini alimentari, ha iniziato a mangiare e cucinare di più in casa e pone maggiore attenzione ad un’alimentazione più sana e attenta, ricca di vitamine, verdura e frutta.
Si è modificato anche il processo di acquisto di questi prodotti nelle grandi superfici alimentari, dove il 58% degli italiani pone una maggiore attenzione ai prezzi ed alla provenienza dei prodotti, preferendo, quando possibile, quelli locali. Il 22% dei consumatori dichiara di aver aumentato il proprio budget destinato a questa tipologia di spesa.
Cresce, di conseguenza, l’indice di penetrazione dei prodotti bio nel carrello alimentare degli italiani: nel 2020 88 famiglie su 100 hanno acquistato almeno una volta prodotti a marchio bio, nel 2019 erano 86, mentre nel 2015 erano 69.
Il consumo biologico, quindi, non rappresenta più una scelta di nicchia, è divenuto una scelta di acquisto sempre più diffusa tra i consumatori, contribuendo alla diffusione dei prodotti bio anche nella grande distribuzione. Le ragioni per questo accresciuto interesse sono prevalentemente riconducibili ad una “svolta” salutistica e ambientale che sta avvenendo nei consumi alimentari delle famiglie. Una sensibilità destinata a crescere, come emerge da una ricerca di Wunderman Thompson Commerce realizzata presso la generazione Alpha in cui i temi dell’ambiente e della sostenibilità sono considerati i principali valori guida negli acquisti.
Infatti, secondo il rapporto Bio Bank 2020 le ragioni dei nuovi comportamenti di acquisto sono principalmente legate alla convinzione che:
1. il bio sia sano e faccia bene (lo dichiara il 51% degli intervistati):
2. offra maggiori garanzie in termini di sicurezza e di qualità (47% degli intervistati);
3. non inquini (il 26% degli intervistati).
Le referenze che gli “user bio” preferiscono acquistare in versione biologica sono i prodotti freschi. In primis le uova di gallina, ma anche confetture e altre preparazioni a base di frutta e ortaggi. Complice il lockdown, si è verificato un incremento di tutti gli ingredienti necessari per la produzione casalinga di pasta, pane o pizza (farine bio +92%, base di pizze +63%).
Sul versante dell’offerta, perciò, sono aumentate le aree dedicate a queste colture, secondo il rapporto Bio in cifre 2020, in Italia, accanto alla crescita delle aziende biologiche – cresciute del 34,5% in 10 anni, oltre 80mila nel 2019 – si registra anche l’aumento delle superfici destinate alle coltivazioni biologiche che nel nostro Paese ammontano a quasi 2 milioni di ettari (+33,5% in 10 anni), pari al 15,8% dell’intera area coltivata, tra le percentuali più alte di Europa.
Il mercato del biologico in Italia quindi è ancora in crescita, influenzando anche i livelli occupazionali. Il trend di crescita del biologico parte dagli inizi degli anni ’90 e come mostra il grafico seguente non si è mai arrestato, subendo solo un lieve calo nei primi anni del ‘00.

Figura 1 Bio in Cifre 2020. Ismea
Lo stato del settore biologico italiano risulta in salute ed in crescita già da alcuni anni, ci sono ampi spazi per dare modo alle imprese agricole e alle industrie di trasformazione di essere competitive ed aumentare i loro fatturati, seguendo quello che ormai si può definire come un consolidato modello di acquisto dei consumatori italiani, sempre più sensibili e interessati alla qualità e alle caratteristiche degli alimenti che portano in tavola, convinti che la salute passa anche attraverso il cibo.
Fonti
Rapporto Bio Bank 2020, Bio bank.
Bio in cifre 2020, Ismea.
Articolo Repubblica “Benvenuti nel decennio del cibo bio, salutare e sostenibile”.
Rapporto “Il mercato italiano del bio”, Assobio.